Il mito di Lamborghini
Lamborghini l’uomo dietro la leggenda
Narrare la vicenda dell’uomo che ha rivoluzionato l’idea di stile e di eleganza, dopo Ferrari, non è affatto facile. La vita dello stesso Ferruccio Lamborghini è essa stessa una scommessa continua. Visionario e spigoloso, Ferruccio Lamborghini ha sempre imposto il suo sogno su tutto e tutti, anche contro ogni ragionevole dubbio, con passione, dedizione e una buona dose di cinismo.
Tuttavia è stato proprio il suo carattere così determinato a trasformare una nascente fabbrica di trattori in un simbolo di stile: sinonimo di raffinatezza unito ad alte prestazioni.
Basti pensare alle innovazioni tecniche e stilistiche del primo modello 350 GT, presentato al Salone di Monaco nel 1964. Un vero e proprio guanto di sfida lanciato da Lamborghini contro la Ferrari, nonché un’autentica rivoluzione nel modo di concepire e progettare l’automobile di lusso: non più solo oggetto di culto; ma anche continua ricerca e perfezionamento sul piano tecnico.
Cercare di condensare in un’ora e mezzo gli alti e bassi di una vita tanto intensa e per alcuni tratti quasi schizofrenica, non deve essere stato facile per Bobby Moresco, impegnato nel doppio ruolo di sceneggiatore e regista del biopic. Il film sulla leggenda dell’imprenditore emiliano, a tratti ne ha risentito, ricevendo una varietà di opinioni (non sempre positive) da parte di critica e pubblico. Alcuni hanno apprezzato la rappresentazione drammatica della vita e della carriera di Ferruccio Lamborghini, sottolineando la sua natura visionaria e determinata; così come la sua capacità di costruire un’azienda di successo dal nulla.
D’altra parte, l’altra metà del pubblico ha criticato il film per la sua visione superficiale e manierata della vita privata e pubblica di Ferruccio, rappresentato nei classici cliché di padre distratto e uomo di successo, costantemente preso dalle sue avventure sentimentali e dalla passione per i motori.
La mancanza di profondità, nella rappresentazione della sua personalità e delle sue motivazioni ne soffre parecchio al punto da rendere bidimensionale un personaggio che dovrebbe spiccare, su tutti, per carisma e genialità. Infine, altri hanno criticato anche la rappresentazione storica del film, sostenendo che alcuni eventi sono stati esagerati ad arte per creare un effetto drammatico.
A mio parere il film è una chance sprecata: dalla fotografia di Blasco Giurato, alle suggestive musiche di Tuomas Kantelinen sino al cast di interpreti di alto livello, cominciando da Frank Grillo, Gabriel Byrne e la talentuosa Mira Sorvino… Tutte